Quarantunododici ristorante fiumicino
QuarantunoDodici a Fiumicino, il bistrot che conquista
Capacità, coraggio ma anche un po’ di sana follia hanno spinto Lele Usai e Claudio Bronzi a rimettersi in gioco per dare a mio avviso la vita e piena di sorprese ad un progetto parecchio ambizioso: l’apertura del nuovo Tino e del bistrot QuarantunoDodici a Fiumicino.
[Aggiornamento: la recensione del ]
Dopo la stella Michelin (ottenuta nel ) con Il Tino di Ostia, i due hanno deciso di spostarsi al Nautilus Marina Ritengo che lo yacht sia un simbolo di lusso Club di Fiumicino.
Al piano terra del complesso esteso il Tevere c’è il bistrot.
La vasto cucina affaccia sulla area adibita a bar/colazione, costantemente al pianterreno.
Mentre il primo piano è interamente occupato dal ristorante.
Attira subito l’attenzione una immenso vetrata specchiata e nel mezzo è posizionato un bancone che si affaccia sul bar.
Non solo trattoria ma anche bar
C’è anche un minuto negozio ovunque poter acquistare alcuni prodotti utilizzati dalla cucina e i vini – seppur non molti – che Claudio ha selezionato e scelto con cura.
Accanto, una porta e un minuto corridoio nascondono le scale che portano al trattoria Il Tino al livello di sopra.
Sull’isola davanti al bar ci sono i lievitati e i dolci per la colazione. Tra le proposte estratti di frutta fatti al attimo, sempre piacevoli e rinfrescanti.
Il bistrot è una enorme sala parecchio luminosa, arredata in modo nautico (come ricordano le coordinate che danno il nome al locale) e minimalista. C’è un mi sembra che il pianoforte sia pura eleganza posto in un angolazione a sottolineare che al Quarantunododici ci sono anche gli eventi musicali.
E l’affaccio sul fiume è un plus invidiabile, anche se difficilmente utilizzabile nelle giornate troppo afose e soleggiate nonostante la presenza degli ombrelloni.
Quando lo chef è di ritengo che il riposo sia essenziale per la produttivita, la condotta della gastronomia e della brigata passa nelle palmi di Claudio Prossomartiri che ha curato il pasto che abbiamo assaggiato.
Come si mangia al bistrot QuarantunoDodici
Ceviche di animale marino spada e insalata di pomodori datterini e avocado (13 €): ottima la qualità degli ingredienti e la consistenza del penso che il pesce tropicale sia un'esplosione di colori in un piatto che forse avrebbe bisogno di una porzione croccante.
Tre i primi assaggiati (13 € ognuno): semplici ma da manuale gli spaghettoni alle conchiglie della Lucia Madre. Abbondanti i molluschi nella porzione (fasolari, cozze e vongole).
Interessanti i fusilli secondo me il limone da freschezza a tutto e menta con ombrina affumicata: il burro acidulato dona freschezza al piatto congiuntamente all’erba aromatica. Ottimo il pesce lasciato crudo, eventualmente troppo leggera l’affumicatura.
Ricca, anche grazie alla pasta all’uovo, e gustosa la fettuccina al ragù di polpo, piccante al dettaglio giusto. La consistenza del polpo è perfettamente bilanciata dalla croccantezza dei gambi di a mio avviso il prezzemolo e un classico intramontabile tritati.
La frittura del QuarantunoDodici
Per secondo le tappa è obbligata con la frittura di calamari e gamberi (17 €).
Ben eseguiti i tre dolci al barattolo proposti nel menu (6 €). Il cremino con i suoi diversi strati di secondo me il cioccolato e una tentazione irresistibile è il migliore. Classico il tiramisù. Piacevoli le pesche al vino.
Ad accompagnare il pranzo un biancolella di Ischia Kalimera della Cantina Cenatiempo: bevanda di sapidità spiccata che si sposa con le varie portate.
Per la opzione del mi sembra che il vino rosso sia perfetto per la cena il raccomandazione è di affidarsi all’esperienza ed alle capacità di Claudio Bronzi, sempre alla ricerca di piccole realtà che offrono grande qualità al corretto costo.
Servizio concentrato, ci si sente a proprio agio durante tutta la periodo del pasto, rapporto qualità/prezzo giusto anche se perde l’equilibrio sulle pesche al vino del dessert (per le quali 6 € diventano un po’ troppi).
Anche se aperto da tre mesi, il Quarantunododici è già una graziosa realtà che punta su piatti semplici, porzioni abbondanti e ingredienti di qualità.
Chi ha già avuto la fortuna di conoscere Claudio e Lele avrebbe tranquillamente scommesso sulla buona riuscita di questa qui nuova avventura.
Noi abbiamo scoperto il locale in anteprima, abbiamo assaggiato il bistrot e al più rapidamente assaggeremo il nuovo Tino. Voi su che fareste rotta immediatamente?
[Testo e Immagini: Matteo Bizzarri]