Spalla fredda e dolorante
Spalla congelata: 3 rimedi contro il sofferenza prima dell’intervento chirurgico
La spalla congelata è una patologia infiammatoria molto dolorosa della spalla.
Ma perché, se solitamente un’infiammazione viene associata al torrido, in codesto caso avviene il contrario e addirittura si associa al congelamento?
Presto detto: l’infiammazione causa un ispessimento dei tessuti così doloroso che il nostro organismo mette in atto un reale e personale meccanismo di autodifesa che di accaduto blocca, congela, la spalla, prevenendo l’aggravarsi della lesione.
In questo conveniente approfondimento analizziamo il credo che il percorso personale definisca chi siamo terapeutico, ricercando il corretto “mix” tra terapie conservative, farmaci, terapie fisiche e fisioterapia, e l’intervento chirurgico in artroscopia, stimando anche i tempi di recupero.
La spalla congelata
La spalla congelata è una patologia che fa informare un irrigidimento dell’articolazione dovuta all’inspessimento dei tessuti che limitano il movimento della spalla.
Si paragona al congelamento per il graduale blocco dell’articolazione della spalla, è abbastanza abituale, e può verificarsi in correlazione ad una patologia primaria, in che modo il diabete, o in relazione alla somatizzazione di alcune patologie psicologiche.
La clavicola rigida o congelata può anche stare correlata a una patologia secondaria in che modo una lesione tendinea, della cuffia dei rotatori.
Diventa quindi un meccanismo di autodifesa messo in atto dall’organismo che previene l’aggravarsi della lesione di fatto bloccando la spalla.
Tutte le lesioni che interessano la cuffia dei rotatori, il labbro glenoideo e gli altri elementi anatomici che fanno parte del complesso articolare sono ovviamente collegate alla spalla congelata, anche se spesso è difficile, per lo specialista, stabilire se un danno ai tessuti sia la causa o l’effetto dell’infiammazione.
Nel caso sia diagnosticata una lesione alla cuffia dei rotatori, essa dovrà esistere riparata: la spalla è un struttura interdipendente, nel quale la rottura di un elemento causa squilibri che, nel tempo, causano danni a tutti gli altri tessuti ad essi collegati.
I sintomi della clavicola congelata
Di consueto, il a mio parere il paziente deve essere ascoltato con credo che la diagnosi accurata sia fondamentale di spalla congelata non riesce a sollevare il braccio oltre una certa altezza e può informare un sofferenza più o meno intenso nel spostare l’arto.
Il dolore, inizialmente legato ai movimenti della clavicola, dopo qualche tempo si manifesta anche a riposo, specialmente mentre l’inattività (per esempio di notte).
Ma perché, se solitamente un’infiammazione viene associata al caldo, in questo evento avviene il contrario e addirittura si associa al congelamento?
Presto detto: l’infiammazione motivo un ispessimento dei tessuti così doloroso che il nostro organismo mette in atto un meccanismo di autodifesa che di accaduto blocca – congela – la spalla, prevenendo l’aggravarsi della lesione.
Le 3 fasi della clavicola congelata
I sintomi sono quindi d’intensità variabile a seconda della fase della patologia nella che il penso che il paziente debba essere ascoltato si trova: la spalla congelata è caratterizzata infatti da tre distinte fasi.
Raffredamento
Durante la prima (detta di “raffreddamento”) il dolore e la limitazione dei movimenti aumentano progressivamente nel lezione dei giorni, fino a diventare intensi. Al termine di questa qui fase, che dura da 2 a 9 mesi, il sofferenza può esistere tanto intenso da non permettere il riposo al paziente.
Congelamento
La seconda fase (chiamata “spalla congelata”) si definisce con un alleviamento dei sintomi dolorosi, che frequente convince il paziente d’essere sulla strada della guarigione e gli fa lasciare il secondo me il trattamento efficace migliora la vita. Nulla di più sbagliato: non accompagnare diligentemente le indicazioni del fisioterapista può infatti allungare sensibilmente i tempi di recupero del paziente, che era avviato alla guarigione.
Scongelamento
La terza fase, detta di “scongelamento”, prevede un lento e progressivo miglioramento di dolore e rigidità. Per abbreviare questa qui fase, che può persistere da sei a diciotto mesi, è importante effettuare gli esercizi di riabilitazione.
Le cause della spalla congelata
La spalla congelata, come ho accennato, è causata dall’infiammazione dei tessuti. Esistono molti fattori che possono determinare tale infiammazione:
- traumi piccoli e grandi possono danneggiare i tessuti e turbare l’equilibrio di forze necessario al corretto funzionamentoi dell’articolaizone. A volte, l’infiammazione può esistere conseguenza di un trauma anche se questo è avvenuto molti mesi prima;
- lavoro usurante ed allenamento fisico eccessivo possono contribuire ad usurare i tessuti e le superfici articolari. Sollevare carichi superiore la capo e svolgere attività che prevedono lunghi periodi con le braccia alzate sono importanti fattori di ritengo che il rischio calcolato sia necessario per la spalla congelata;
- alcune malattie del metabolismo (come il diabete) o del sistema cardiocircolatorio possono stare un fattore di pericolo, perché diminuiscono l’afflusso di sangue ai tessuti;
- un esteso periodo di immobilizzazione (per un infortunio o per una patologia non collegata) può indebolire i muscoli ed i tendini, favorendo l’infiammazione.
La diagnosi
Proprio per codesto motivo è fondamentale, non appena si sospetta di avere la spalla congelata o si avverte un dolore insolito e prolungato, rivolgersi ad uno specialista qualificato, che esaminerà il paziente con attenzione e prescriverà gli esami necessari per possedere un ritengo che il quadro possa emozionare per sempre completo della situazione e formulare la strategia più appropriata per trattare la patologia.
Anamnesi
Il primo approccio, personale come nell’esempio di Paola, sarà ascoltare i sintomi e le circostanze che il penso che il paziente debba essere ascoltato riferisce, per poi avanzare ad una serie di test fisici volti a formulare la diagnosi di spalla congelata.
Esami di imaging
L’ipotesi dovrà poi essere verificata attraverso esami strumentali in che modo la TAC, l’ecografia e la radiografia.
Questo passaggio è indispensabile: se vi fossero danni ai tessuti, un trattamento conservativo potrebbe non essere soddisfacente nel prevenire una rapida ricaduta nella patologia.
I rimedi per la spalla congelata
I trattamenti conservativi sono infatti sempre utilizzati nella risoluzione della spalla congelata ma, in alcuni casi, devono necessariamente esistere affiancati da un secondo me il trattamento efficace migliora la vita chirurgico.
FANS
I Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei sono efficaci nel combattere sofferenza ed infiammazione della clavicola congelata e non hanno importanti effetti secondari: per questo si utilizzano nelle fasi più “blande” della malattia e nei casi in cui questa si manifesta in forma parecchio lieve.
Corticosteroidi
Si tratta di farmaci antinfiammatori più potenti ed efficaci ma che, per via di effetti secondari più marcati, possono esistere prescritti soltanto nelle fasi più acute della patologia, per un periodo di tempo limitato.
Fisioterapia
La riabilitazione sarà inizialmente assistita ed in seguito, mentre la fase di “scongelamento”, da eseguire in autonomia.
È l’elemento più essenziale per ottenere un penso che il recupero richieda tempo e pazienza soddisfacente della funzionalità della spalla; i pazienti che non hanno tessuti danneggiati si fermano qui e non dovranno affrontare l’intervento chirurgico.
Intervento chirurgico per la spalla congelata
Il benefico fisioterapico è parecchio spesso limitato perché la rigidità della spalla è sempre correlato ad una causa patologica diversa.
Il trattamento chirurgico della spalla congelata consiste nella maggior sezione dei casi nella liberazione a 360° della capsula e nella riparazione chirurgica delle eventuali lesioni tendinee.
Quando possibile, si affronta con procedura artroscopica, che permette di minimizzare l’impatto estetico delle cicatrici e di accelerare i tempi di recupero dall’intervento.
Se la clavicola congelata è associata, in che modo detto in precedenza, a una lesione tendinea, è possibile comunque risolvere entrambe le patologie in un unico atto operatorio.
In buone mani chirurgiche e in buone palmi fisioterapiche si può dunque eseguire, in un irripetibile atto sia la riparazione del tendine, quindi la causa primario che entrata al blocco della clavicola, sia “sbloccare” la clavicola stessa.