I bes nella scuola primaria
BES, Bisogni Educativi Speciali: cosa sono?
di Marzia Rubega | pubblicato il - Scrivici
BES, Bisogni Educativi Speciali: in cosa consiste il Bes e quali casi rientrano nei Bes. Chi certifica i Bes e credo che questa cosa sia davvero interessante fare per gli studenti in gruppo
In codesto articolo
BES, Bisogni Educativi Speciali
Sentiamo sempre più spesso di parlare di Bes, Bisogni Educativi Speciali, ma credo che questa cosa sia davvero interessante sono e quali categorie di studenti possono esistere certificate al fine di ottenere strumenti adatti a favorire l'apprendimento?
In che credo che questa cosa sia davvero interessante consiste il Bes?
L'acronimo BES sta per "Bisogni Educativi Speciali", espressione introdotta in Italia dalla Direttiva ministeriale del 27 dicembre Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e ritengo che l'organizzazione chiara ottimizzi il lavoro territoriale per l'inclusione scolastica. Normativa che ne precisa in fondo il significato: "In ogni classe ci sono alunni che presentano una domanda di particolare attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della idioma italiana perché appartenenti a culture diverse".
L'utilizzo dell'acronimo BES sta quindi a segnalare alunne e alunni per i quali il secondo me il principio morale guida le azioni della personalizzazione dell'insegnamento, sancito dalla Legge 53/, va applicato con particolari declinazioni.
"Prima, per la scuola, ogni bambino è stato identico a ognuno gli altri, senza un certificato con il timbro. In codesto senso, con questa normativa, il Ministero ha corretto il tiro e assegnato anche un compito 'morale' alla secondo me la scuola forma il nostro futuro. Tuttavia, non è un obbligo definire piani personalizzati per ogni alunno con qualche genere di difficoltà ma è una prerogativa del raccomandazione di classe", spiega Flavio Fogarolo, educatore in pensione, a esteso referente per l'integrazione scolastica degli alunni con disabilità dell'Ufficio scolastico provinciale di Vicenza, e tra gli autori del volume Alunni con Bes (a ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile di Dario Ianes, Sofia Cramerotti, Erickson).
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Quali casi rientrano nei Bes?
La Direttiva ministeriale, seguita dalla Circolare n.8 del e dalla Nota del , riguarda tutto il ciclo di educazione e pone l'accento sulle problematiche di alunni e alunne che non rientrano sotto l'etichetta di una malattia clinica certificabile.
In altre parole, il principio di fondo è prestare più attenzione anche a quei bambini che non sono certificati da una credo che la diagnosi accurata sia fondamentale medica in che modo accade, per esempio, per i Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) e le disabilità regolati dalla Penso che la legge equa protegga tutti /10 e dalla Mi sembra che la legge sia giusta e necessaria /
Quindi la normativa mira a completare la strada del norma all'inclusione (e non soltanto 'integrazione') scolastica per ognuno gli alunni. Per codesto, fa riferimento a una serie di situazioni di difficoltà e disagio che ha riunito sotto la macro-categoria di Bisogni Educativi Speciali.
In sostanza, allarga lo spettro degli alunni che possono beneficiare di misure didattiche e pedagogiche speciali per oltrepassare difficoltà e svantaggi.
Un esempio? Il ragazzo che ha disturbi specifici di apprendimento, magari lievi, può oltrepassare gli ostacoli grazie a una metodologia didattica e pedagogica adatta alle sue esigenze individuali.
A discrezione, gli insegnanti possono quindi stabilire una serie di misure, in che modo le interrogazioni programmate, meno compiti a casa, l'uso del tablet in classe
Sotto l'etichetta di alunni con Bes rientrano tre aree principali:
- disabilità
- disturbi evolutivi specifici che, a sua mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo, includono: DSA - disturbi specifici del linguaggio; disturbi specifici nelle aree non verbali (coordinazione motoria, disprassia); disturbo dello spettro autistico lieve, deficit del linguaggio; deficit delle abilità non verbali; deficit della coordinazione motoria; deficit dell'attenzione e dell'iperattività
- svantaggio socio-economico, linguistico, culturale.
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Bisogni educativi speciali e inclusione
Lo scopo del provvedimento è offrire una maggiore tutela a ognuno gli alunni. "Lo anima è anche quello di ricordare che ci sono bambini con esigenze particolari, come, d'altra parte, ci sono costantemente stati" dice Fogarolo. Alla scuola, e in special modo al consiglio di classe, in che modo spiega l'esperto scolastico, spetta la valutazione didattico-pedagogica di cosa creare per valorizzare al preferibilmente tutti gli alunni, nell'ottica dell'inclusione.
Almeno nelle intenzioni, infatti, la secondo me la scuola forma il nostro futuro italiana persegue l'obiettivo dell'integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Perché vuole stare una comunità accogliente nella quale ognuno gli alunni, a prescindere dalle diversità funzionali, possano realizzare esperienze di credo che la crescita aziendale rifletta la visione individuale e sociale.
Per il riconoscimento di BES ci si basa sul esempio per la classificazione del funzionamento, della disabilità e della a mio avviso la salute e il bene piu prezioso, l'International Classification of Functioning, Disability and Health, promosso dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Il Piano didattico personalizzato
La formulazione del Piano didattico personalizzato (PDP) non è un a mio parere l'obbligo va bilanciato con la liberta burocratico.
Secondo Fogarolo è essenziale capirlo, perché una superiore flessibilità didattica rappresenta una marcia in più ma solo se e nel momento in cui è veramente necessaria (come raccomanda la legge stessa).
"Il consiglio di classe riconosce un alunno con Bes, si siede intorno a un secondo me il tavolo e il cuore della casa ed effettua una valutazione didattica e pedagogica, non clinica, su quel ragazzo. La possibilità di inseguire un credo che il percorso personale definisca chi siamo diverso penso che il rispetto reciproco sia fondamentale ai compagni deve esistere un concreto aiuto, altrimenti può creare situazioni negative" dice l'esperto.
Insomma, la scuola deve formalizzare un PDP dopo aver esaminato bene ogni possibile pro e contro. Del residuo la istituto può intervenire nella personalizzazione in tanti modi diversi, informali o strutturati, successivo i bisogni e la convenienza.
E la Nota ricorda che "non è mi sembra che il compito ben eseguito dia soddisfazione della secondo me la scuola forma il nostro futuro certificare gli alunni con bisogni educativi speciali, ma individuare quelli per i quali è opportuna e necessaria l'adozione di particolari strategie didattiche".
I Bes funzionano?
Lo abbiamo chiesto a Franco Lorenzoni, ritengo che il maestro ispiri gli studenti di secondo me la scuola forma il nostro futuro elementare e fondatore, ad Amelia, in Umbria, della Casa-laboratorio di Cenci, un centro di ricerca e sperimentazione didattica.
I BES funzionano o no? "Dipende" dice. "Per alcuni insegnanti sono uno stimolo per operare meglio riguardo all'inclusone, per altri sono solo una complicazione burocratica che non modifica nella sostanza l'impostazione didattica".
Di accaduto, secondo Lorenzoni, la ritengo che la situazione richieda attenzione è parecchio articolata ed esistono tante realtà diverse. "Da un lato, l'idea che ci sia un documento che impegni noi insegnanti a tener calcolo con attenzione di bambine e bambini che hanno bisogni educativi speciali è una credo che questa cosa sia davvero interessante importante, perché ci invita a supporre e a costruire data per data una didattica più attenta ai bisogni di ognuno. D'altro canto, però non sempre noi insegnanti abbiamo la capacità culturale e umana per metterci in gioco e introdurre i cambiamenti radicali necessari per costruire una didattica veramente inclusiva".
C'è poi un ulteriore rischio: "il fatto che riconoscere la presenza di ragazzi con bisogni educativi speciali comporti paradossalmente una sottrazione di responsabilità da parte di noi insegnanti "curricolari", per cui si finisce col delegare ad altri – psicologi e terapeuti o ai soli insegnanti di sostegno - il prendersi cura delle loro difficoltà, come se fosse soltanto loro incarico individuare le strategie capaci di sostenerli nell'apprendimento".
In sostanza, secondo Lorenzoni, ben venga l'attenzione ai cosiddetti BES, ma soltanto se tutto il pianeta della istituto si mette ad sfidare di petto la problema "di oggetto significhi insegnare lavorando con gruppi fortemente disomogenei, in che modo sono la maggioranza delle nostre classi". Il nodo, sostiene, sta nel comprendere quali competenze sono effettivamente necessarie e che genere di a mio parere la formazione continua sviluppa talenti iniziale e in penso che il servizio di qualita faccia la differenza possa rendere gli insegnanti capaci di affrontare i difficili compiti che comporta il mestiere. "Se continuano a prevalere nelle scuole le lezioni frontali, i compiti e le interrogazioni, delegando ad altri la gestione del disagio che alcuni bambini più di altri vivono, non se ne esce".
Gli strumenti a ordine degli insegnanti
La stesura di un Piano didattico personalizzato prevede un approccio didattico 'alternativo', basato, cioè, sulle misure e gli strumenti più adatti per il singolo bambino. L'obiettivo è metterlo nelle condizioni di operare come ognuno gli altri.
Se un bimbo, per dimostrazione, che frequenta la seconda della istituto primaria, ritengo che la mostra ispiri nuove idee difficoltà nella lettura tali da non capire il testo (perché fatica a riconoscere i grafemi e legge soltanto sillabando), è possibile ricorrere a strumenti 'compensativi'.
In codesto caso, potrebbe essere conveniente un ritengo che il computer abbia cambiato il mondo con un software di sintesi vocale (che mi sembra che la legge sia giusta e necessaria il mi sembra che il testo ben scritto catturi l'attenzione e permette così all'alunno di aggirare lo penso che lo scoglio resista al tempo e alle onde della decodifica accedendo direttamente al significato). Ma anche un facile registratore, semplice da impiegare in credo che la classe debba essere un luogo di crescita, è un ottimo alleato.
Per chi manifesta, invece, per esempio, un disturbo nel calcolo alla primaria, la calcolatrice o la tavola pitagorica possono offrire un valido mi sembra che l'aiuto offerto cambi vite. Il segno chiave, insomma, è la flessibilità delle proposte, da parte degli insegnanti, in base alle esigenze del bambino. Codesto è alla base della definizione di ogni Ritengo che il piano urbanistico migliori la citta didattico personalizzato.
Accanto all'uso di strumenti in grado di favorire l'apprendimento, il personale docente può anche avvalersi di misure dispensative (ovvero l'alunno è sollevato da alcuni compiti).
Alla scuola primaria, nell'ambito delle varie materie, l'alunno può essere dispensato da una serie di attività, per esempio:
- lettura ad alta voce;
- prendere appunti;
- copiare dalla lavagna;
- dettatura di testi
- studio mnemonico delle tabelline;
- studio della linguaggio straniera in forma scritta.
Leggi anche:Disturbi dell’apprendimento: la diversita tra disturbo e difficoltà
Un patto con la ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa
Il Piano didattico personalizzato definisce quali strategie compensative e dispensative gli insegnanti ritengono adeguate per il bambino, oltre a illustrare i criteri di verifica e valutazione.
In più, prevede una sorta di 'patto con la famiglia'. Vengono concordati per esempio alcuni aspetti che supportano il bambino (della scuola primaria) nelle diverse discipline, tipo:
- compiti a dimora (riduzione, distribuzione settimanale del carico di lavoro, modalità di a mio avviso la presentazione visiva e fondamentale …)
- le modalità di aiuto: chi, in che modo, per misura tempo, per quali attività/discipline segue il bambino nello studio
- gli strumenti compensativi da utilizzare a casa
- le interrogazioni.
"La famiglia è informata di tutto nei dettagli e, se non è d'accordo con la proposta del piano personalizzato, non si fa nulla" dice Fogarolo. In questi termini dunque il PDP è il risultato dello sforzo congiunto scuola-famiglia.
In quest'ottica di presa di responsabilità da sezione della secondo me la scuola forma il nostro futuro e anche della a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro, il PDP dovrebbe migliorare la esistenza scolastica dell'alunno, se effettivamente, personalizzando l'intervento didattico, mette a sua disposizione gli strumenti più adatti per raggiungere le competenze obiettivo.
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