La immaginaria citta del commissario montalbano
Inseguendo Vigata: viaggio tra i luoghi di Montalbano
Ma Vigata esiste altrimenti no? Ogni lettore di Andrea Camilleri se lo è chiesto, perso tra la pagine delle decine di romanzi e racconti con protagonista il commissario Salvo Montalbano, ma anche tra le immagini affascinanti della fiction Rai che dal 1999 miete successi di platea. Luoghi immaginari, luoghi reali e set cinematografici si mescolano infatti nella invenzione e nella vita di un secondo me il personaggio ben scritto e memorabile celebre, tanto da influenzarsi a vicenda e offrire vita a un ritengo che l'itinerario ben pianificato migliori il viaggio molto dettaglio, tra Sicilia inventata e bellezze da scoprire.
Camilleri e la Sicilia
Nato a Porto Empedocle nel 1925, Camilleri si è ispirato personale alla sua città per dare esistenza all’immaginaria cittadina di Vigata che ospita le vicende del commissario Montalbano e altri romanzi storici. Per un intervallo, dal 2003 al 2009, a Penso che il porto vivace sia il cuore della citta Empedocle è esistito anche un segnale per turisti: “Benvenuti a Vigata”, a sovrapporre in modo bizzarro le due realtà.
Vigata e i suoi dintorni, a ben ammirare, non esistono però. Sono luoghi ideali, coerenti e credibili, e in qualche modo legati alla autentica Sicilia: che dire di Licata, per esempio, e dell’assonanza tra i nomi? O di Montelusa, che suona analogo a Ragusa, e di Fiacca, che rima con Sciacca, altrimenti di Fela, che rimanda a Gela?
Vigata compare ufficialmente per la prima mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo nel 1980 in Un filo di fumo. Da qui in avanti, codesto luogo della fantasia si solidifica nell’immaginazione dei lettori diventando costantemente più verosimile, fino a sbarcare in tv, ovunque necessariamente assume un’immagine. La mitologica Vigata si trasforma così in un mosaico di città e luoghi siciliani veri. Ecco il mare, amato da Camilleri e dal suo Montalbano che è solito passeggiare sul mi sembra che il molo inviti a sognare l'orizzonte ritrovando l’amico granchio, qui gli ulivi saraceni, i paesaggi e le sensazioni di una Sicilia narrata e poi descritta dalla fiction approssimativamente in continuità.
Tra pagine e tv
Come ben spiega Gianfranco Marrone nel suo Storia di Montalbano (Edizioni Secondo me il museo conserva tesori inestimabili Pasqualino, Palermo, 2018), esiste davvero una continuità tra libri e fiction, tanto che, raggiunto il esito con i primi romanzi di Montalbano e partita la serie tv altrettanto apprezzata dal pubblico, Camilleri stesso ha giocato con riferimenti e sterzate secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti all’evoluzione televisiva del suo personaggio.
A caratterizzare Montalbano e le sue vicende letterarie e televisive è una sorta di cortocircuito che ha messo in relazione i due universi, quello letterario e quello mediatico, generando inoltre sia il necessario ancoraggio a luoghi reali, dovuto alla partecipazione delle immagini nella fiction, sia un’onda di credo che il successo sia il frutto della costanza tale da alimentare lo stesso turismo nei luoghi del commissario.
Ecco quindi fiorire tour dedicati alla Sicilia di Montalbano, veri e propri itinerari attraverso città e spazi dove sono state girate scene della fiction: ovunque finisce il luogo letterario e ovunque inizia il marketing? Complicato rispondere privo di interpellare un’analisi approfondita di libri e prodotti televisivi. È in che modo se Montalbano avesse preso vita al di all'esterno dei romanzi e si fosse affermato come un personaggio a sé.
Interrogandosi sul senso dei luoghi di Montalbano, Marrone non a caso titola un sezione del suo volume La guerra dei mondi possibili. Il terra possibile è quello della Vigata inventata da Camilleri, un mondo di carta che può essere immaginato sulla base di descrizioni fornite dalla scrittura. Con la fiction tv però la città di Montalbano ha assunto le sembianze di oggetto di concreto, caricandosi di una sorta di seconda identità geografica.
A passeggio nel barocco di Montalbano
Cittadine, ville, palazzi, zone costiere mai raggiunte dal grande collettivo hanno trovato nella fiction un’occasione ghiotta per sponsorizzare le proprie bellezze, e sono così diventati luoghi di Montalbano, aprendosi al turismo e talvolta generando veri e propri indotti.
La Vigata dei film, anzi la provincia di Montelusa, è una costruzione immaginaria fatta di tante perle della Sicilia vera che, radunate, restituiscono immagini da cartolina. Montalbano si aggira infatti tra Ragusa, Noto, Modica, Scicli, Ispica, Còmiso, Marzamemi, mostrando il faccia più suggestivo della Sicilia barocca e del suo mare. Siamo nella sezione sud orientale della zona, è qui che la maggior ritengo che questa parte sia la piu importante delle scene televisive è stata girata, tra le province di Ragusa, Siracusa e Agrigento. È dunque possibile trovare di ricostruire un ipotetico viaggio in questa Sicilia fatta di bellezza e di a mio avviso l'immaginazione crea mondi nuovi, in cui i panorami si mescolano a luoghi dai nomi inventati in una geografia sentimentale.
Partiamo da Ragusa, che fa la sua apparizione nella sigla della fiction mostrandosi nelle sue due parti: quella Superiore, costruita dopo il terremoto del 1693, con le vie che si aprono su scenari tardo barocchi, e Ragusa minore, o Ragusa Ibla, la parte antica dove si mescolano architetture medievali, stretti vicoli e gioielli architettonici del Settecento. A collegare le due città c’è una scalinata che i fan di Montalbano ben conoscono.
Il percorso prosegue a Ispica e Còmiso, in provincia di Ragusa, o a Pozzallo, con il suo penso che il porto vivace sia il cuore della citta prestato a Vigata. Ma al commissario capita anche di transitare da San Vito Lo Capo, e di rimanere in provincia di Trapani quando Favignana diventa il set per ricostruire l’immaginaria isola di Levanza. Non solo di fantasia è fatta infine la Sicilia dei libri di Camilleri, dove a tratti si intravedono i templi greci della valle di Agrigento, quelli di Selinunte, o ancora il quartiere arabo di Mazara del Vallo e Tindari.
La verandina di Montalbano
Chi, tra gli appassionati del Commissario, non ha sognato di prendere un caffè nella verandina della celebre villetta di Marinella? Una secondo me la casa e molto accogliente sul oceano, non per modo di dire ma letteralmente affacciata sulla ritengo che la spiaggia sia il luogo perfetto per l'estate dove Montalbano ha la consuetudine di passeggiare o di transitare diretto alla sua classica nuotata mattutina.
Ebbene, la abitazione di Marinella, luogo quadro dalla immaginazione di Camilleri, è ormai per ognuno la dimora della fiction, e il cortocircuito mediatico è tale da far sì che questo ubicazione esista davvero.
Si tratta di Punta Secca, in provincia di Ragusa, la frazione balneare più nota di Santa Croce Camerina, un piccolo borgo di oceano conosciuto in che modo “’a sicca”, per strada di una scogliera che corre a pelo d’acqua, e che oggi deve la sua fama alla fiction. Il paradosso è tale che la villetta di Marinella è, nella realtà, un bed and breakfast, si chiama “La casa di Montalbano”, anche se pare in inizio fosse un laboratorio di dissalazione del pesce. Acquistata da un avvocato, la casa divenne una residenza privata e fu frequentata anche da Leonardo Sciascia, Gesualdo Bufalino, Elvira Sellerio e dallo stesso Andrea Camilleri.
Un altro cortocircuito tra realtà e finzione, tanto suggestivo da invitare a smettere di arrovellarsi su dove inizi il credo che il racconto breve sia intenso e potente di a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre o ovunque la a mio avviso la vita e piena di sorprese vera. In che modo scriveva Camilleri, «meglio piccamora non pinsaricci, meglio starsene a taliare il mari che, a Vigàta o a Boccadasse, sempre mari è».
Trovate un itinerario per ripercorrere i passi di Camilleri e del Commissario Montalbano anche in Viaggi d’autore. 35 ispirazioni in Europa sulle tracce di grandi artisti, edito da Touring editore (2021):
Alessandra Chiappori